Fobie specifiche

“Non si sceglie di aver paura, figuriamoci di avere troppa paura. Ma si può invece scegliere di capire meglio la paura. Per predisporsi ad agire più efficacemente nei suoi confronti.”

(Christophe André)

Ti è mai capitato di evitare di andare al parco per il timore di poterti imbattere in un cane? Quante volte hanno provato a tranquillizzarti, dicendo: “è buono, non ti fa niente. Non devi avere paura!” e, invece, sentirti invadere di quelle sensazioni terrificanti?
La paura è un’emozione tanto potente quanto fondamentale perché da essa potrebbe dipendere la nostra sopravvivenza; la paura ci protegge, per questo è importante prestarvi attenzione.
Possiamo considerarla come un segnale d’allarme di fronte ad una situazione che i nostri sensi percepiscono come minacciosa: attraverso la risposta fisiologica tipica dell’ansia, il nostro corpo si organizza, predisponendo le sue risorse per affrontarla e difendersi nel migliore dei modi possibili. In genere, questo allarme si attiva in risposta ad un pericolo reale o immaginato e la sua intensità è variabile in base al contesto e alla propria esperienza; per cui permette di agire un comportamento di difesa adeguato, per poi tornare ad uno stato di quiete nel momento in cui il pericolo cessa. Tuttavia, può capitare che, per una determinata ragione, il sistema d’allarme risulta regolato in modo inusuale: può scattare a fronte di situazioni che per la maggior parte delle persone non risultano essere minacciose. Questo è il caso delle fobie.
La fobia è una paura persistente di un oggetto specifico, di una attività o una situazione; è sproporzionata rispetto al pericolo reale attuale e si manifesta con una sensazione estrema di disagio, tachicardia, tremore, eccessiva sudorazione, spavento estremo, impossibilità di movimento e terrore per la propria incolumità; talvolta, può sfociare in un attacco di panico con perdita di controllo. A volte, può capitare che queste sensazioni si verifichino anche al solo pensiero o nel vedere un’immagine dello stimolo fobogeno. Pertanto, la semplice paura si distingue da una fobia per:
-l’intensità estrema della sensazione di paura sperimentata,
-il bisogno impellente di fuggire e di evitare le situazioni in cui ci si può imbattere nell’oggetto temuto,
-la dinamica perpetuante, auto aggravante che non permette allo spavento di diminuire con il trascorrere del tempo.

DA DOVE VENGONO LE PAURE?

Le fobie sembrerebbero il risultato dell’interazione tra una predisposizione biologica innata e la propria storia personale. Si ipotizza che alcune (paura dell’acqua, del vuoto e degli animali) abbiano un’origine filogenetica e servano a proteggerci da situazioni potenzialmente pericolose per la sopravvivenza; altre, siano comparse nel corso dell’evoluzione e dello sviluppo tecnologico, come quelle legate ai mezzi di trasporto.
Le fobie possono essere connesse a piccoli e grandi traumi che hanno impattato sulla propria esistenza o essere il frutto di apprendimenti (per esempio, genitori estremamente spaventati da determinate situazioni) o per interiorizzazione di messaggi di allerta comunicati da contesti familiari, culturali e sociali (il famigerato “lupo cattivo”).

PERCHÉ LA PAURA NON VA MAI VIA?

Evitare gli stimoli fobici permette di trovare temporaneamente sollievo ma, in realtà, rinforza e cronicizza il circolo della paura. infatti, la persona, in maniera automatica e del tutto inconsapevole, è portata a sorvegliare angosciosamente, continuamente ed attentamente, l’ambiente; per cui, ci si trova a dipendere dai propri evitamenti, condizionando e limitando fortemente la qualità della propria vita. Oltretutto, anche il fatto di anticipare, immaginando scenari del tutto catastrofici, non fa altro che alimentare e potenziare la paura stessa.

COME SMETTERE DI AVERE PAURA DELLA PAURA?

Il primo passo è quello di normalizzare la possibilità di avere paura: non c’è nulla di cui vergognarsi! È importante che anche gli altri imparino a rispettarla!
Assumere un atteggiamento curioso: darsi la possibilità di scoprire cosa DAVVERO fa paura.
Chiedere aiuto ad un professionista psicologo: la psicoterapia è l’unica modalità per riprendere il controllo della situazione, anziché esserne sopraffatti.
È scientificamente dimostrato che la terapia più efficace nel trattamento delle fobie è quella che prevede un’esposizione graduale agli stimoli che suscitano paura. Tuttavia, potrebbe essere complicato e molto costoso dover prendere un aereo per trattare la fobia di volare. Fortunatamente, il progresso tecnologico ha fatto si che venissero sviluppati dispositivi in grado di ricreare scenari altamente realistici in ambienti digitali. Attualmente, molte fobie specifiche possono essere trattate comodamente in studio, garantendo il rispetto della gradualità dell’esposizione e la sicurezza per l’utente, messo nella condizione di poter controllare, passo dopo passo, la situazione senza esserne sopraffatto.
La terapia con la realtà virtuale consiste nell’indossare un caschetto (visore) con dei controller manuali, attraverso i quali la persona può esplorare un ambiente tridimensionale e realistico a 360°, sotto la continua supervisione del terapeuta; può decidere come muoversi nello spazio digitale, confrontandosi con lo stimolo fobico in maniera adattiva, senza la necessità di ricorrere a strategie di evitamento.

QUALI TIPI DI FOBIE POSSONO ESSERE TRATTATE IN VR?

Presso il mio studio, è possibile svolgere una terapia per:

  • Fobia di animali come cani, ragni, scorpioni e serpenti ( prossimamente, anche piccioni e blatte);
  • Fobia di mezzi di trasporto come aereo, automobile e metropolitana;
  • Fobia degli spazi chiusi – stretti, in particolare, ascensore e risonanza magnetica;
  • Fobie delle altezze.